Ti vedo, ti voglio, ti mollo .... ti sposo!!

Quando lo vidi per la prima volta era un giovane, fresco e affascinante adolescente che giocava a pallone. Un portiere troppo carino per farmelo scappare e infatti subito me lo feci presentare da un amico in comune. Le sue intenzioni erano ben diverse dalle mie. Ero già totalmente innamorata di lui nel lontano 2000 e, ovviamente, di me non gliene importava più di tanto, aveva la testa nel pallone e pensare di uscire con me non rientrava nei piani che aveva stabilito.
Il tempo però, invece di allontanarlo lo avvicinò sempre di più e alla fine fu costretto ad amarmi, ad innamorarsi di me. Il 18 luglio del 2000 è la nostra prima data da tenere a mente. Luca e Mariangela. La nostra storia era semplicemente strana. Soprattutto dopo la nostra prima volta. Litigate. Riappacificazioni. Litigate ancora e nuovamente pace. Alla fine litigammo davvero e ci dicemmo che non era il caso di continuare con questi tira e molla, lasciando che ognuno andasse per la propria strada. Probabilmente sarebbe stato così se qualcuno non si fosse messo sul nostro percorso, un qualcuno di incredibilmente piccolo che aveva un significato enorme, Francesco. Lui è nato il 6 settembre del 2002. Io e Luca non ci parlavamo più già da febbraio e ho scoperto di essere incinta il 14 marzo dello stesso anno.
Ho provato ad amarlo nuovamente. Ho provato a far finta che nella mia vita non fosse cambiato niente ma ero piccola e i grandi parlavano al posto nostro anche troppo. Quando è nato Francesco non avevo ancora compiuto 15 anni, sono di Dicembre. Mia mamma e mio padre si sono presi la responsabilità di crescere mio figlio. Lo hanno fatto dal primo giorno, con amore e dedizione. Intanto lasciavano che i potessi vivere la mia vita, fare le mie esperienze, crescere come sarebbe dovuta crescere una quindicenne, o più o meno.
Luca aveva riconosciuto il nostro bambino, era suo padre tanto quanto io ero sua madre. Almeno biologicamente. Le sue assenze confermavano il mio non amarlo. e il mio non amarlo era ben diverso dall'indifferenza. Era rancore, rabbia forse ma dimostrava una cosa, che qualche sentimento per lui c'era ancora.

Erano passati 5 anni da quando la porta di casa dei miei genitori non suonava più in quel modo. "5 anni di buio" li chiamo io. Anni in cui ho conosciuto persone, ho finito le superiori e mi sono iscritta all'università, ho trovato amici, non amici e trombamici. Anni in cui io ho fatto e anche lui ma alla fine ci siamo stranamente ritrovati in una sera d'estate a guardare le stelle. A sentirci stranamente uniti da qualcosa che ci aveva separato, uniti da qualcosa che era più forte di noi.





Eravamo semplicemente io e lui, dopo tanto tempo, ancora noi.









E con il tempo siamo diventati sempre più noi. Aveva ricominciato ad essere in tre. Avevamo cominciato a stare insieme bene. Ognuno a letto a casa sua ma sempre insieme. Ogni occasione era giusta per trascorrere del tempo insieme. La malattia era un motivo in più. Io non tornavo a casa per la siringa di Rebif 44 che dovevo ma per stare con lui e con il mio bambino. Per giocare felici e per cercare di capire se per noi tre ci sarebbe stato un futuro. Per capire se insieme saremmo potuti essere una famiglia. E ci siamo riusciti. Lo abbiamo capito. Ce l'abbiamo fatta. Insieme tutti e tre


 Siamo diventati quello che abbiamo sempre desiderato io e Luca. La famiglia che sognavamo si è anche allargata dopo aver pronunciato le promesse, il 13 luglio 2014. Ora siamo in 4, c'è anche la piccola Sveva.

Il mio primo uomo, il mio unico grande amore, mio marito. Semplicemente lui.

Mariangela



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